4 Ottobre 2020, domenica 17:00 –
Luca Chiandotto
pianoforte
Leonardo Mezzalira
Stelle (*)
Dario Carpanese
Sei Improvvisazioni a fresco (*)
Daniele Bertoldin
LizA (*)
(*) Prima esecuzione assoluta, Commissione degli Amici della Musica di Padova
George Crumb
A Little Suite for Christmas A.D. 1979
Musica per la Cappella degli Scrovegni
Stelle
La Cappella degli Scrovegni di Giotto (realizzata intorno al 1303-1305) è tutta cosparsa di stelle. Sono stelle ad otto punte: ve ne sono di dorate sulla volta, di rosse e di blu alternate nella sagrestia e nella cripta. La stella, d’altronde, è un simbolo mariano; il numero 8 può essere collegato alla perfezione oppure all’eternità. Il colore dorato è collegato alla regalità mentre il blu è un colore da sempre associato alla figura della Vergine. La presenza di stelle rosse, come in alcuni sigilli templari, ha suggerito ad alcuni un legame fra Enrico Scrovegni oppure fra Giotto stesso e il noto ordine religioso.
Ma nella Cappella si può trovare anche un’ultima stella. È la cometa che conduce i Re Magi ad adorare Cristo neonato. Giotto la rappresenta in modo completamente diverso dalle altre, e molto realistico: una circostanza che ha spinto alcuni studiosi ad ipotizzare che il pittore avesse assistito al passaggio della cometa di Halley, che aveva fatto la sua comparsa nel 1301, solo pochi anni prima della realizzazione della Cappella. (L.M.)
Sei Improvvisazioni a fresco
Un’idea semplice ed immediata, quasi un gesto primitivo che desidera catturare l’essenza di una visione sottile e fulminea. Uno strato di intonaco sulla carta da musica e uno sviluppo altrettanto veloce e conciso. Sei miniature per sei affreschi. Le Storie di Gioacchino ed Anna. Cappella degli Scrovegni. Parete sud. (D.C.)
LizA
Il legame con il tema scelto è in parte didascalico (riferito a diversi affreschi, in particolare quelli riguardanti il giudizio universale nella parte finale del brano) ed in parte tecnico, riguardando (non in maniera percepibile), alcuni procedimenti compositivi medioevali.
Il titolo LizA, oltre a riferirsi al nome di Elisabetta, personaggio presente nell’affresco della Visitazione, si ricollega alla pratica della solmizzazione, a cui si richiama il titolo, e degli ostinati ritmici Perrotiniani, evidenziando inoltre l’importanza delle note La(#) e Si all’interno del brano. (D.B.)