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Francesco Erle

direzione

Nato nel 1962 a Vicenza, studia e si diploma in pianoforte con E.Mabilia e G.Gorini, e composizione con W.Dalla Vecchia e B.Coltro contemporaneamente, seguendone i diversi metodi per anni, con grande impegno, diplomandosi in Composizione cum laude nel 1990. Le prime uscite come compositore lo vedono impegnato nelle forme della musica corale, il mottetto Ave Verum Corpus è dato a New York nel 1989, e nella musica per orchestra da camera, con le variazioni per archi „Metexeis“ date a Londra l’anno seguente.

Gli anni successivi lo vedono impegnato in una ricerca di forme e linguaggio personali che si intreccia costantemente con l’attività di direttore di coro e orchestra e revisore, soprattutto con la sua Schola S.Rocco, con cui collabora con compositori e solisti di fama mondiale come Ennio Morricone o Andras Schiff. Ecco quindi che accanto alla prima esecuzione del Concerto per Archi di Malipiero che da alla Fondazione Cini, o a quella del Kyrie e Gloria di Wolfango Dalla Vecchia per coro e orchestra, la prima esecuzione e l’incisione discografica di „Pietre“ di Ennio Morricone, le ricostruzione incisa da Giovanni Guglielmo dei concerti per due violini dalla Cetra di Vivaldi, la edizione critica della Messa in re di Pergolesi registrata dalla Rai a Bolzano con Gemma Bertagnolli, nascono composizioni che esplorano via via un campo sempre più diversificato e vasto, come per esempio „Njakolkokrusci“ per clarinetto basso solo del 1992, i „Fescennini“ per pianoforte„ del 1995, „Piccola Fantasia di Natali Veneti“ per coro e orchestra diretta da G.Andretta 1998, „Jubilate 9999“ e i „Due Studi“per coro, il disco di arrangiamenti e nuove composizioni „Metabolè“ firmato con Saverio Tasca nel 1999 che ottiene grande successo e riconoscimenti della stampa specializzata, Canti di donna di Pietra“ incisi nel 2000, la musica per le mostre Eleganze Venete „Lettura Tyranna“ del 2005 e per „Mondo animale“ del 2006, „Montecristo 5,4,9“ per clarinetto e pianoforte, „Sette conversazioni a Montargis“ per viola e pianoforte del 2007.

Tutte le esperienze professionali e la passione lo coinvolgono sempre più nell’avvicinamento al teatro musicale, mondo cui si è accostato prima come direttore, soprattutto dei „Chori per Edippo Tiranno“ di Gabrieli nella prima ripresa moderna dello spettacolo di inaugurazione del Teatro Olimpico con regia di Gianfranco de Bosio, incisi per l’Accademia Olimpica nel 1999, e per altre produzioni.

Nel 2003 è Gianfranco de Bosio a chiamarlo nuovamente a collaborare alla produzione de “Il Gioco del Palazzo”, su testo di Howard Burns, spettacolo del CISA sulla vita di Palladio creato per il “teatro effimero” ricostruito all’interno della Basilica Palladiana. Erle ne cura oltre alle musiche originali cinquecentesche anche la composizione di nuove musiche di scena, che raccolgono un notevole successo nelle dieci repliche che vengono date.

Un successo e un entusiasmo che lo portano a cercare materia per un nuovo soggetto teatrale musicale, e proporre al Museo Civico e quindi al Teatro Stabile del Veneto nel 2004 la messa in scena di “Pigafetta: in fines orbis terrae exivit sonus eorum”, uno spettacolo teatrale che elabora poi assieme a Roberto Cuppone per testi e regia, e Mauro Zocchetta per l’immaginario visivo, ove il racconto della prima circumnavigazione del mondo redatto dal navigatore vicentino nella sua Relazione diviene motivo di costruzione di un susseguirsi di numeri musicali giocando sul rapporto tra significato delle forme antiche e suggerimenti dati dai loro stessi nomi. Lo spettacolo, con Ugo Pagliai voce narrante e musica dal vivo per soli, coro e orchestra ottiene un grande successo di pubblico e critica, anche per la assoluta novità del titolo e dell’organizzazione drammatica musicale.

L’anno seguente è quindi il Teatro Stabile del Veneto a proporgli di costruire un nuovo spettacolo imperniato sulla sua musica, e la scelta del soggetto cade su “Odisseo”, che prepara con la stessa squadra del Pigafetta, ma con cui alza la mira degli sforzi creativi nel proporre alternate al racconto della voce recitante di Ugo Pagliai e Paola Gassman forme di arie o scene liriche con soluzioni anche ardite che colgono un successo veramente clamoroso, coronato dal pezzo scritto dal critico musicale Cesare Galla, che lo invita pubblicamente a continuare il suo discorso compositivo nell’opera lirica, e che gli fa iniziare una ricerca di nuovi soggetti e forme.

Intanto continua il rapporto professionale col teatro lirico anche come revisore, in particolare per la stesura della edizione critica della partitura dell’opera “Marina di Malombra” di Marco Enrico Bossi che prepara con Pierangelo Valtinoni e che viene data in prima al Teatro Comunale di Bologna, o lo scorso anno per la fortunatissima messa in scena di “Orfeo e Euridice” di Gluck al Festival di Steyr diretto da Niels Muus con Akiko Nakajima, che ottiene entusiastiche recensioni da tutta la stampa nazionale austriaca.

Continua comunque l’attività compositiva legata al teatro classico, e nel 2007 il Teatro Stabile gli commissiona la musica di scena per “Elettra” di Sofocle con Lina Sastri protagonista, attrice ma anche cantante nelle sue musiche che nel finale anche danza. Lo spettacolo viene replicato nei mesi seguenti in una tournè in tutta Italia, con critiche insolitamente attente, per uno spettacolo di prosa, alla musica, in tutta la stampa nazionale e anche straniera.

Il 2008 invece lo vede impegnato nella composizione di un Te Deum per il millenario della cattedrale di Torcello per quattro cori e otto fiati spazializzati, la composizione su apposita commissione di “Rime Armoniche” per il quintetto a fiati Ensemble Musagete elaborando musiche di Gesualdo da Venosa che viene poi ripresentato in diverse occasioni dal gruppo, quest’anno 2011 alle Sale Apollinee della Felice di Venezia e di nuovo a Palazzo Montanari e al Teatro Comunale di Vicenza, e l’edizione della Sinfonia e Cori per Edipo di Giovanni Pacini, fin’ora dati per dispersi, diretti in un concerto per per coro e orchestra sinfonica a celebrazione del cinquecentenario palladiano comprendente tutte le musiche scritte per produzioni di Edipo Re in Teatro Olimpico nei secoli. L’incisione dal vivo del concerto viene incisa e pubblicata in un CD da parte dell’Accademia Olimpica che riscuote attenzione e ottima critica di Giovanni Carli Ballola e Cesare Galla.

Nel 2009 il CISA gli commissiona le musica per la esposizione permanente su Palladio allestita in Villa Poiana, per cui progetta anche l’impianto e le musiche per ogni il giardino e ogni stanza sormontabili che diventano Madregale, Variazioni e Concerti di Poli Anas, per soprano, coro, broken consort, quintetto a fiati moderno, liuto e percussioni che riscuote ottimo successo e grande apprezzamento per la colocazione e rapporto con Palladio e la esposizione stessa.

Nel 2010 scrive per Fondazione Zoè 3 Canti per Sound File, pubblico e orchestra in cui sperimenta tecniche di orchestrazione da frequenze e rumori per trasformarli in tappeti su cui invita il pubblico a alzarsi in canto, e per Zambon Hakaola, canzone per quattro grandi cori scritta sui testi elaborati da quattro stabilimenti che invita a eseguire assieme.