Mondi pianistici a confronto: l’ultimo Beethoven e Bartók

Dénes Várjon è oggi uno dei migliori pianisti della sua generazione e András Schiff ha più volte espresso la sua ammirazione per il più giovane collega. Una ammirazione che la nostra Associazione condivide e numerose le presenze del pianista ungherese nelle stagioni passate.

A Dénés Várjon – protagonista negli anni 2005-2008 di un ciclo dedicato a Schumann – abbiamo affidato un progetto in cui l’ultimo Beethoven è accostato a Bartók.  Sei programmi nell’arco di tre anni.

Per Bartók, Beethoven rappresentò sempre l’ideale più alto: “non è dato a tutti i compositori, come fu per Beethoven” – scrisse nel 1911 – “di superare da soli tutte le difficoltà e di creare, in ciascun genere, qualcosa di perfetto”. Un musicista che significava anche quella autenticità che “un musicista tedesco trova in Bach e Beethoven e che noi dobbiamo cercare nei nostri villaggi: la continuità di una tradizione nazionale” (1920). E la ricerca della musica popolare contadina è al cuore stesso del pensiero compositivo di Bartók.