La Musica e la Prima Guerra Mondiale

Cento anni dopo quella che la memoria storica ha registrato come la Grande Guerra non possiamo – ha scritto Guido Ceronetti – che “chinare il capo, onorare quei milioni di giovani vite stroncate e interrogare senza posa cimiteri silenziosi, una sterminata letteratura, testimonianze, lettere, testamenti di martiri, oggetti perduti nelle case, responsi, profezie, conseguenze, luoghi”.
Un carico di memorie nelle quali troviamo anche la musica, alla quale è dedicato questo progetto che prende avvio nel 2014 per realizzarsi poi nel 2015.
Un progetto articolato in concerti (3 a Padova e 1 a Este), film, approfondimenti critici e che è ispirato dalla coscienza contemporanea per la quale oggi la guerra è intesa soprattutto come sofferenza, dolore e distruzione in un percorso che culmina nell’aspirazione alla pace.
Una storia alla quale appartiene ugualmente l’empito e il fervore eroico che motivò chi sostenne la guerra (“le radiose giornate di maggio”) così come lo sgomento di fronte alla “orrenda carneficina che disonora l’Europa” che invano Papa Benedetto XV cercò di fermare nel 1915.
L’Europa musicale di quegli anni la troviamo tutta rappresentata nei programmi dei concerti da composizioni di musicisti italiani (Malipiero, Pizzetti, Bossi), austriaci e tedeschi (Schönberg, Weill, Reger), francesi (Debussy, Ravel, Guilmant), belgi (Jongen), inglesi (Howells), russi (Scriabin), spagnoli (Granados).
Le composizioni proposte all’ascolto sono profondamente segnate dallo spirito di quegli anni: agli accenti eroici che troviamo nelle pagine di C. Debussy (Berceuse heroique), di J. Jongen (Sonata eroica), di M.Reger (Siegesfeier), di A. Scriabin, segue ben presto un sentimento tragico, un presagio di dolore e di lutti inenarrabili.
“La notte dei morti” (cioè il primo dei tre Poemi asolani di G.F. Malipiero) è veramente, scrisse l’autore, “lo specchio di me: dai colli asolani avevo veduto accendersi tutti i cimiteri della pianura sino al Monte Grappa e quelle luci, accompagnate dai rintocchi delle campane, stavano già allora a dimostrare che solo i morti potevano ancora dirsi vivi. Eravamo al prologo della tragedia”. Una vicenda che è evocata anche nel film “Poemi asolani” dedicato a G.F. Malipiero dal regista tedesco G.Brintrup.
La guerra portò alla morte E. Granados (perito il 24 marzo 1916 nel traghetto inglese Sussex affondato da un sottomarino tedesco) e risuona nelle composizioni di M. Reger (la Trauerode è dedicata ai “morti della guerra 1914/15), di M. Ravel (Le Tombeau de Couperin con le dediche ai commilitoni caduti ), di H. Howells che scrisse la sua Rapsodia n.3 in una notte insonne del 1918 per un raid aereo a York.
Ed è la pietà religiosa del Requiem e l’anelito alla pace ad ispirare, in una Europa distrutta dalla guerra, I. Pizzetti che nel 1922 compone una delle pagine più significative della letteratura corale del Novecento: quel Pizzetti che nella sua Seconda Sonata per violino (1918-9) aveva intonato una “Preghiera per gli innocenti” in memoria dei caduti della Grande Guerra.
E pace invocava A. Schönberg nel suo Friede auf Erden (Pace in terra).
E’ quindi un percorso di “meditazione” quello che ci invitano a compiere gli ascolti di questo progetto di attività ed un percorso altresì di conoscenza e di riflessione alla quale porterà un significativo contributo anche l’approfondimento critico di A. Macchia.