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Quartetto Adorno

archi

Dmitrij Šostakovič

Quartetto n. 13 op. 138

Alexander Zemlinsky

Quartetto n. 3 op. 19

Ludwig van Beethoven

Quartetto op. 130

in collaborazione con circuitazione  CIDIM Comitato Italiano nazionale Musica

Fra i giovani quartetti italiani il Quartetto Adornosi sta affermando come una delle formazioni più interessanti.
Il Quartetto si è fatto conoscere a livello internazionale aggiudicandosi il Terzo Premio (con Primo non assegnato), il Premio del Pubblico e il Premio Speciale per la migliore esecuzione del brano contemporaneo di Silvia Colasanti nell’edizione 2017 del Concorso Internazionale “Premio Paolo Borciani”. Nella storia trentennale del Concorso nessun quartetto italiano aveva ottenuto un riconoscimento così importante. Musicisti quali Alfred Brendel, Paul Badura-Skoda, Miguel Da Silva (Quatuor Ysaye), il Takács Quartet, hanno espresso lusinghieri apprezzamenti per il Quartetto Adorno. Nel giugno 2019 ha ottenuto il Premio “Una vita nella musica Giovani” (Venezia).
Fondato nel 2015 da Edoardo Zosi, Liù Pelliciari, Benedetta Bucci e Danilo Squitieri, il Quartetto Adorno si è perfezionato presso la Scuola di Musica di Fiesole con Miguel Da Silva (Quatuor Ysaÿe), A. Nannoni, A. Farulli. Il nome del Quartetto è un omaggio al filosofo Theodor Wiesengrund Adorno.
Per il suo “debutto” a Padova, nell’ambito della circuitazione CIDIM, il Quartetto Adorno si presenta con un programma di grande impegno, che comprende uno dei grandi, ultimi quartetti di Beethoven, l’op. 130. Composto accanto all’op. 131 e 132 nel 1825 e dedicato al Principe Galitzin, fu poi rivisto da Beethoven che sostituì, fra ottobre e dicembre 1826, il finale originario (la Grande Fuga, poi edita da sola come op. 133 nel 1830) con un finale meno impegnativo (quello che sarà eseguito nel nostro concerto). Precedono questo grande capolavoro due quartetti di Šostakoviče di Zemlinsky.
Il Quartetto n. 13 op. 138 di Šostakovič è del 1970, un periodo in cui l’autore sperimenta anche l’uso limitato di materiali dodecafonici (come nella Sonata op. 134 o nella 14a Sinfonia). II Quartetto n. 3 op. 19 di Zemlinsky è del 1924 ed in esso troviamo, dopo gli esordi brahmsiani del Quartetto n. 1 (1896) e quelli schönberghiani/espressionisti del Quartetto n. 2 (1913/14), una attitudine quasi “neoclassica” con un ritorno alle forme della tradizione.