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15 Novembre 2013, venerdì    20:45

La Stagione Armonica

coro

La Pifarescha

ottoni

Sergio Balestracci

direttore

Giovanni Gabrieli

Canzon II
Beata es Virgo Maria a 6
Sancta Maria a 7
Sancta et immaculata a 8
Litaniae Beatae Mariae Virginis a 8
Canzon III
Magnificat a 8
Cantate Domino a 8
Jubilate Deo a 8
Canzon IV
O Jesu mi dulcissime a 8
Gloria in excelsis Deo a 12
O magnum mysterium a 8
Hodie Christus natus est a 8

con il contributo
della Fondazione Olga e Ugo Levi onlus

Chiesa di Santa Sofia

Via Santa Sofia Via Santa Sofia
PD, PD 35121 Italia

Giovanni Gabrieli: lo splendore della polifonia e della policoralità in San Marco

Organista della basilica di San Marco a Venezia dal 1585 al 1612, Giovanni Gabrieli contribuì al massimo sviluppo della tecnica policorale, la cui origine è nella pratica liturgica di intonare i salmi in modo antifonico e di alternare la monodia gregoriana con parti polifoniche. Nel Rinascimento il dialogo musicale arriva a coinvolgere due o più cori a quattro e più voci che, posizionati su cantorie contrapposte, si alternano, si intersecano e si sovrappongono (cori spezzati o battenti). Le prime testimonianze sono di compositori attivi nella terraferma: Ruffino Bartolucci d’Assisi a Padova e Vicenza, Francesco Santacroce a Treviso e in Friuli, Gasparo De Albertis a Bergamo. Ma è a San Marco, fulcro religioso e civile di Venezia, che musicisti come Adrian Willaert, Gioseffo Zarlino, Giovanni Croce, Andrea e Giovanni Gabrieli danno alla musica policorale la forma più matura, resa solenne e magnificente dall’uso di organici vocali e strumentali in grado di sviluppare un linguaggio innovativo e di esaltare le potenzialità espressive delle diverse tessiture sonore.
Il concerto, dedicato alla produzione polifonica e policorale di Giovanni Gabrieli, intende rendere omaggio al grande compositore in occasione del quarto centenario della sua morte, rinnovando le sonorità maestose che accompagnavano le celebrazioni nella basilica veneziana. Come in un uso a San Marco, l’ensemble vocale è affiancato da un complesso strumentale costituito da un cornetto, tre tromboni e organo. Tre canzoni strumentali, tratte dalla raccolta Canzoni per sonare con ogni sorte di stromenti (1608), rappresentano un’ideale cornice dei tre momenti riservati all’esecuzione vocale.
Nel primo gruppo di mottetti, dedicato alla devozione mariana, è interessante no- tare come anche nei brani a sei e sette voci (Beata es virgo Maria e Sancta Maria) Giovanni Gabrieli raggruppi le voci in diverse combinazioni semicorali, secondo procedimenti tipici della produzione a più cori. Seguono il Magnificat a otto voci e due mottetti che cantano la lode a Dio utilizzando i salmi 95 e 99 adatti a tutte le celebrazioni dell’anno liturgico.
Concludono il programma il Gloria a tre cori a quattro voci e tre mottetti a doppio coro dedicati alle festività natalizie, tra cui Hodie Christus natus est, un contrafactum del dialogo a otto voci O che felice giorno, in cui Gabrieli mantiene invariato il tessuto musicale, ma sostituisce il testo del madrigale con uno consono alle festività natalizie.
Il programma, che percorre la produzione vocale sacra di Giovanni Gabrieli, permette di ascoltare e considerare le principali caratteristiche dell’arte policorale tra Cinque e Seicento, riconoscibili nell’alternanza tra due cori, in episodi accordali che si intervallano ad altri in contrappunto e a frequenti dialoghi in forma di proposta e risposte, per poi concludere con l’intero organico al fine di rendere ancora più solenne la cadenza finale. Inoltre, nei mottetti dell’ultima produzione di Giovanni Gabrieli, come il Cantate Domino tratto dalle Symphoniae sacrae (1615) si può osservare che il musicista coniuga la tecnica policorale con il nuovo stile concertato. Infine, va considerata la cura che Giovanni Gabrieli pone al rapporto tra testo e musica, evidente soprattutto nell’impiego di motivi musicali che dipingono il significato del testo, e al trattamento del tessuto armonico che, attraverso l’uso di particolari procedimenti accordali e dei cromatismi, assicura una straordinaria forza espressiva alle sue composizioni.

(a cura di Chiara Comparin)

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