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Sonig Tchakerian

violino

Bruno Canino

pianoforte

Quartetto Noûs

archi

Claude Debussy

Quartetto op. 10
Sonata per violino e pianoforte

Ernest Chausson

Concerto op. 21 per violino, pianoforte e quartetto

Tre generazioni di musicisti italiani si incontrano per un omaggio a Claude Debussy nel centenario (1918- 2018) della sua morte, che già nella primavera scorsa era stato celebrato dagli Amici della Musica con la straordinaria riproposta del Pelléas et Melisande nella versione di M. Constant.
Bruno Canino ha collaborato nella sua lunga e prestigiosa carriera con artisti come C. Berberian, S. Gazzelloni, S. Accardo, U. Ughi, I. Perlman, V. Mullova, A. Schiff; da oltre sessant’anni suona in duo pianistico con A. Ballista e ha fatto parte per trent’anni del Trio di Milano (prima con C. Ferraresi e poi con M. Sirbu e R. Filippini). Sonig Tchakerian si è affermata ai concorsi Paganini, ARD di Monaco e Gui di Firenze ed è attual- mente docente di violino ai corsi di Alto Perfezionamento dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma. Il Quartetto Noûs è fra i migliori giovani quartetti italiani e dopo la sua costituzione nel 2011, ha ricevuto importanti riconoscimenti come il Premio Piero Farulli nell’ambito del Premio Abbiati (2015) e il premio Arthur Rubinstein del Teatro La Fenice di Venezia.

Il programma accosta due composizioni che sono all’inizio e alla fine dell’esperienza creativa di Debussy: il Quartetto op. 10 del 1892/3 e la Sonata per violino e pianoforte del 1916/1917 anni vissuti dolorosamen- te dall’autore per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute e per l’infausta esperienza della guerra. L’accostamento a Debussy di Ernest Chausson con il suo Concerto op. 21 (dedicato a Eugène Ysaÿe, prima esecuzione a Bruxelles nel 1892) sottolinea il rapporto di elezione fra i due musicisti, che si erano conosciuti nel 1888: Chausson fu per Debussy un amico, un confidente, un mecenate, un ammiratore e Debussy da parte sua visse, 1903, la scomparsa prematura dell’amico con un’emozione “dolorosamente acuita dal sentimento che egli non è più fra di noi, che non rivedremo più la bontà accogliente e calda del suo sorriso”.