In una recente intervista (Fonoforum, febbraio 2016) pubblicata in occasione del concerto che festeggiava al Konzerthaus di Vienna i 35 anni del Quartetto Auryn, Matthias Lingenfelder parlava di come, “alla fine” della loro carriera, si occupavano particolarmente di Mozart, con la registrazione dei sei quintetti (assieme alla violista Nobuko Imai) e dei sei quartetti dedicati ad Haydn. Appunto all’incontro Mozart-Brahms è dedicato il nuovo programma del ciclo “Brahms e dintorni”. E’ la volta del quartetto n. 3 del 1876. Un quartetto, quello di Brahms, che rimanda per il carattere, per la tonalità del primo movimento al Quartetto K 458 “La caccia” di Mozart, uno dei sei quartetti dedicati ad Haydn del 1785. Il titolo “La caccia” è legato all’evocazione di una fanfara di corni nel movimento iniziale in 6/8, misura che troviamo anche in quello di Brahms.
Al centro del programma la Serenata op. 10 del 1902 di Ernö von Dohnányi, una composizione che rimanda a Mozart e ad Haydn nel suo stretto rispetto delle forme classiche. Dohnányi è una figura centrale della vita musicale ungherese a cavallo fra Otto e Novecento, il ponte, sia come pianista che come compositore, fra la tradizione di Liszt e di Brahms e la musica di Bartók. Fu Brahms stesso ad incoraggiare il giovane compositore organizzando a Vienna una esecuzione del Quintetto op. 1 (1895) e a raccomandarlo all’editore Simrock.