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23 Novembre 2016, mercoledì    20:15

Ronald Brautigam

pianoforte

Joseph Haydn

Sonata Hob XVI/52

Ludwig van Beethoven

Sonata op. 28 "Pastorale"

Frédéric Chopin

Ballata n. 1 op. 23

Robert Schumann

Kreisleriana op. 16

fortepiano Walter e Sohn 1804 (copia di Paul Mc Nulty) e pianoforte storico Pleyel 1841
(collezione di Alberto Mattarozzi e Marco Barletta)

 

Il pianista olandese Ronald Brautigam (che ha in Rudolf Serkin, di cui fu allievo, e in Artur Schnabel i musicisti di riferimento assoluto nella sua formazione) ha oggi la reputazione di essere il “fortepianista” più completo e lo provano le registrazioni integrali (BIS) su strumenti storici delle composizioni pianistiche di Haydn, Mozart e Beethoven, che sono state salutate dalla critica internazionale con il più grande apprezzamento. Ma Brautigam è un pianista che continua ugualmente ad amare lo Steinway moderno (ricordiamo il suo concerto a Padova di qualche anno fa in duo con la violinista Isabelle van Keulen). Due gli strumenti a disposizione questa sera: il primo è una copia di Paul McNulty di un fortepiano del 1804 firmato Anton Walter und Sohn. Sono gli strumenti classici viennesi, che ebbero in Mozart un loro grande estimatore (nel 1782 Wolfgang nè acquistò uno) e per i quali scrive anche il primo Beethoven. Anton Walter (1752-1826) fu attivo fino al 1825. L’altro strumento è invece uno strumento originale, un Pleyel del 1841. La dinastia dei Pleyel (che si è chiusa nel novembre 2013 con la cessazione dello storico marchio francese del pianoforte) nasce con Ignace Pleyel (1757-1831), un musicista allievo di Haydn, compositore, editore e fondatore nel 1807 a Parigi della Maison Pleyel, cui subentrerà poi il figlio Camille (1788-1855). Sono gli strumenti che Chopin e Liszt apprezzarono e che univano l’intimità timbrica alla modernità del meccanismo inglese. Per questi due strumenti Brautigam ha scelto un programma articolato su Haydn e Beethoven per quel che riguarda il Walter e Chopin e Schumann per il Pleyel. La sonata di Haydn è una delle tre ultime sonate “londinesi” del 1794/95 ed è caratterizzata da una scrittura virtuosistica memore della conoscenza a Londra di Clementi, Field e Dussek. Una scrittura che influenzerà molto quella del Beethoven delle Sonate op. 2 (1796). L’op. 28 è invece del 1802/3 ed ha forse il titolo di “Pastorale”per il colore dell’invenzione sonora. Al Pleyel è affidata la Ballata n. 1 (1838) di Chopin (“una delle sue opere più selvagge e caratteristiche” secondo Schumann) e Kreisleriana op. 16 di Schumann del 1838. Dedicate “al suo amico il signor Fréderic Chopin” le otto fantasie rimandano ad un personaggio letterario di E.T.A. Hoffmann, il maestro di cappella Johannes Kreisler, un artista in lotta con la realtà e dall’animo lacerato da intimi conflitti nel quale Schumann si identificava.

 

foto © M. Borggreve

Auditorium C. Pollini

Padova Via Carlo Cassan, 17
Padova, PD 35121 Italia
Ciclo A
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