La ventennale vicenda dei Balletti Russi fondati da Sergei Diaghilev ha portato a un profondo rinnovamento del teatro di danza, sotto vari aspetti, tra cui quello della coreografia. L’analisi dei più importanti balletti dei cinque maggiori coreografi di Diaghilev, Michail Fokine, Vaslav Nijinsky, Leonid Massine, Bronislava Nijinska e George Balanchine, consente di mettere a fuoco tornanti fondamentali nella storia di quest’arte. Dai balletti di Fokine, caratterizzati da una ispirata e realistica interpretazione, dalla esaltazione del corpo di ballo e del vigore della danza maschile, a quelli di Nijinsky, interprete straordinario, che nelle sue coreografie ha trasgredito alcune delle regole basilari della danza accademica aprendo la strada alle più grandi audacie; dalla giocosità delle coreografie di Massine, per lo più ispirate alla commedia dell’arte, alla nuova estetica di Nijinska e Balanchine, maturate alla luce delle avanguardie russe post-rivoluzionarie. Colla musica di partiture spesso appositamente composte, e tra le maggiori del 900, decorato da pittori di prim’ordine, il balletto, da narrativo, va trasformandosi in astratto, gioco di cinetismi spazio-temporali, già assai simili alla contemporaneità.