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11 Novembre 2008, martedì    20:15

Capilla Flamenca

Marnix De Cat, Tore Denys, Lieven Termont e Dirk Snellings, voci
Liam Fennelly, Thomas Baeté e Freek Borstlap, viole da gamba
Patrick Denecker, flauto
Jan van Outryve, liuto

Dulcis Melancholia
Margherita d’Austria (1480-1530)
una biografia in musica

La giovinezza e i matrimoni di Margherita
Anon./arr. P. Stryckers, J. Desprez, H. Isaac, A. Bruhier, Anon./ arr. P. Stryckers

Il regno di Margherita
Anon./ arr. P. Stryckers, Anonimo, Laurentius d.a, P. de La Rue, L. Milan, Anon./arr. P. Stryckers

La sventura di Margherita
P. de La Rue, A. Brumel, L. Milan/Anon, L. de Narvaez

La morte di Margherita
J. Desprez , J. Desprez/ H. Newsidler

Auditorium C. Pollini

Padova Via Carlo Cassan, 17
Padova, PD 35121 Italia

UNA BIOGRAFIA MUSICALE DI MARGHERITA D’AUSTRIA

Pour ung jamais ung regret me demeure,
Qui sans cesser nuyt et jour, à toute heure,
Tant me tourmente que bien vouldroie morir,
Car ma vie est fors seulement languir…

Questi sono alcuni versi di un poema di Margherita d’Austria, reggente dei Paesi Bassi, mecenate, poetessa e forse anche compositrice. Pieno di auto-commiserazione e di pessimismo, questa poesia, chiamata Fraw Magretsen lied in una fonte tedesca, identifica completamente la figlia di Massimiliano d’Austria e di Maria di Borgogna, anche se la sua vita ebbe momenti di gioia. Margherita perse la madre all’età di soli due anni e fu immediatamente promessa al delfino di Francia, che ruppe il fidanzamento poco prima che il matrimonio avesse luogo. Alcune chansons (quali Tous nobles cueurs di Pierre de La Rue e Tous les regretz) riflettono enfaticamente il dolore che Margherita deve aver sofferto in quella occasione. Ma ella ebbe anche momenti più felici alla corte di Francia, illustrati nel programma di questa sera dalla danza Roti ouIly iolueyx e da Belle pour l’amours de vous di Josquin Desprez. Nel 1493 Margherita fu “restituita” al padre, l’imperatore Massimiliano e tornò quindi in Olanda. Perse il primo marito Juan di Castiglia e il loro figlio. I suoi sentimenti sono qui illustrati dal lamento disperato di Didone, messo in parole magnificamente da Virgilio Dulces exuviae. Nel 1501 sposò Filiberto, duca di Savoia. Fu questo un periodo di felicità e di prosperità, con spazio per musicha di danza e canzone gioiose, quali Et que la dira di H. Isaac e Vray dieu qui me confortera di A. Bruhier. Le due canzoni provengono dal piccolo canzoniere di Margherita fatto in Savoia. Ma il fato la colpì ancora: nel 1504 Filiberto morì. Si stabilì quindi a Malines e nel 1507, dopo la morte del fratello Filippo, ebbe la reggenza in attesa della maggiore età del nipote, che sarebbe diventato Carlo V. Margherita si consolò con le arti (le “schöne kunsten”) sia come collezionista e partecipante attiva o come supporter. Si circondò di figure importanti quali il medico Cornelius Agrippa, Adriano di Utrecht (futuro papa Adriano VI), Erasmo e artisti quali il pittore Bernard van Orley e il miniaturista Gerard Horenbot. L’organista Henri Bredemers le diede una educazione musicale e l’introdusse al clavicordo e ad altri strumenti. Che Margherita avesse ampi interessi culturali è evidente dalla sua ricchissima biblioteca “Borgognona”. Uno dei suoi molti libri fu Très riches heures du duc de Berry un libro di preghiere riccamente illustrato dai fratelli Van Limburg. Possedeva anche una raccolta di dipinti di Van Eyck, Memling e Bosch, raccolta che fu visitata da Albrecht Duerer. Il grande chansonnier che fu compilato per lei dal copista di corte Petrus Alamire contiene molte chansons malinconiche. Con Pourquoy non, Se je souspire e la bellissima Doleo Super te Margherita piangeva la perdita di tutti i suoi amati e le molte chansons regretz nel suo chansonnier parlano eloquentemente dei suoi tormenti. Il suo compositore preferito Pierre de la Rue, si dimostrò particolarmente abile nel mettere in musica le emozioni di Margherita. Dal 1515 fino alla partenza di Carlo V per la Spagna, Margherita visse una vita molto ritirata, ma dopo il 1519 le fu restituita la reggenza. Nonostante i vincoli (a volte segreti) che l’imperatore Carlo aveva messo nella reggenza, Margherita fu in grado sia di governare in modo talmente esemplare (a giudizio di Carlo) da portare a prosperità i Paesi Bassi che di combinare l’arte del governo con la cultura. La musica quindi continuò a giocare un ruolo prominente nella sua vita: musica sacra e profana, spesso scritta da compositori di corte, si ascoltava ogni giorno a Malines. Ma la sua vita non fu tutta così triste, come apprendiamo dallo storico Jean Lemaire de Belges che così descriveva la vita musicale a corte nel suo poema del 1505 Le premier epitaphe de l’Amant vert, scritto per la morte dell’amatissimo pappagallo verde di Margherita:

Bien me plaisoit te voire chanter et rire
Dancer, jouer; tant bien lire et escrire,
Peindre et pourtraire, accorder monocordes
Dont bien tu scais faire bruire les cordes

Da un punto di vista musicale possiamo ccompagnare questa storia con qualche opera dal libro musicale di Lauwereyn van Watervliet che commissionò uno chansonnier molto variato con opere su testi francesi, latini, olandesi e anche italiani. Questi brani completano bene l’immagine del repertorio in uso nelle Fiandre del Cinquecento, soprattutto pezzi profani a tre voci. Sembra evidente che musica di compositori stranieri come lo spagnolo Luis Milan siano state eseguite a corte. L’organista di corte de Orto può aver eseguito opere quali Si sumpsero di Obrecht (l’incipit del testo si riferisce al salmo 138) e Si dedero di Agricola. Naturalmente Margherita sarebbe stata sempre associata inevitabilmente con la sua predilezione per la malinconia. La sua morte nel 1530 non può essere meglio illustrata che con il bellissimo motet-chanson In pace in idipsum / Que vous madame. Josquin ha usato il testo del salmo 10 in questo brano, che parla della serena morte; il testo fa anche parte della Messa da Requiem. La leale Margherita non potrebbe aver avuto una morte più dolce; ma la sua morte la risparmiò dalla fine ingloriosa della reggenza. Suo nipote, l’imperatore Carlo, pensava che la zia fosse troppo energica e pianificava di privarla della sua posizione di reggente, nonostante la pace delle dame del 1529 così efficacemente negoziata da Margherita che prevedeva che il re di Francia Francois I abbandonasse le sue mire sulle Fiandre e Artois. Con la sua morte Malines perse la sua più importante governante, ma grazie ai due chansonnier che lasciò e a un manoscritto di Basses dances, mantenuti nell’antica biblioteca borgognona (ora parte della Biblioteca reale di Brussels) noi possiamo ascoltare gli echi della dolce e amara vita di Margherita d’Austria ancora oggi dopo più di 450 anni.

(nota a cura di Capilla Flamenca)

Ciclo A
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